Bitcoin e le conseguenze della sovranità individuale
Una nuova idea di libertà
L’avvento di Bitcoin comporta necessariamente un nuovo modo di intendere la libertà individuale da parte del cittadino che detiene questa magica nuova “moneta di internet”.
Data la sua natura sovrana e distribuita, non è più possibile pensare alla nostra libertà soltanto in termini negativi: “ho delegato ad un broker la gestione dei miei risparmi, sono libero”, oppure “ho lasciato che questa banca si occupi della mia ricchezza, non devo più pensarci io”.
Se Bitcoin significa libertà, allora significa anche automaticamente responsabilità.
Ciò vale tanto per l’imprenditore quanto per il normale cittadino. Bitcoin accomuna tutti gli uomini del nostro tempo nella sua chiamata ad una nuova presa di coscienza collettiva.
La precaria Pax Europea
Il 2022 si è tristemente aperto con lo scoppio del conflitto in Ucraina e un’ondata di gelo ad investire l’Europa. Al tempo abitavo ancora in Polonia nella città di Lodz, non troppo distante dal confine con l’Ucraina. Sentire al telegiornale notizie che parlavano della guerra e sapere che si trattava di eventi a poche ore di distanza da me lasciava uno strano effetto.
Tra tutte le notizie del periodo una che mi colpì particolarmente pur non riguardandomi nell’immediato fu il congelamento dei fondi dei cittadini russi in Europa.
In quanto appartenenti ad uno Stato belligerante, queste persone si sono trovate a subire, tra diversi tipi di angheria, anche quella di vedersi privati in maniera forzosa delle proprie ricchezze, accumulate tra l’altro in anni di commercio e rapporti lavorativi pacifici con l’Unione Europea.
La manovra è stata giustificata sostenendo ovviamente che questo denaro (19 miliardi) sarebbe altrimenti stato utilizzato per finanziare la guerra liberticida contro l’Ucraina.
Ovviamente non ne dubitiamo.
O forse sì?
Bitcoin, sovranità, responsabilità
Questa vicenda ci insegna diverse cose. In primis, ad avere molta meno fiducia nel fatto che il nostro denaro al sicuro nelle casse di una banca terza rispetto a noi sia davvero al sicuro.
Poi, che se anziché delegare a degli enti esterni la gestione del nostro denaro l’avessimo avuta nelle nostre stesse mani, la faccenda si sarebbe svolta in maniera necessariamente diversa rispetto a come invece è andata.
I vantaggi materiali che derivano dal possedere Bitcoin non devono portarci a tralasciare il grandissimo valore politico di una moneta che può essere custodita in un wallet delle dimensioni di una chiavetta USB.
È difficile congelare i risparmi custoditi su una chiavetta che nei registri delle banche non è riportata.
Con Bitcoin siamo sovrani. Ma essere sovrani significa sempre anche essere attenti e responsabili. Comprendere la logica dietro le scelte che vengono fatte nel mondo della politica, della finanza, dell’economia.
Scegliere giorno dopo giorno di comportarsi da uomini e donne libere, indipendenti.
Una ricchezza che non può essere sottratta
A discapito dell’apparenza civilizzata, il nostro è un mondo turbolento e inquieto. Gravi questioni oscurano l’orizzonte e minacciano di trasformare il futuro in un’epoca di ideologie violente e totalitarie, più di quanto non lo siano già questi nostri primi due decenni del ventunesimo secolo.
Gli Stati occidentali hanno già dimostrato in tempi recenti quanto sia facile dimenticare gli slogan sulla libertà di parola ogniqualvolta una figura minacci seriamente gli interessi, spesso criminali, di questi colossi. Su questo stesso Blog l’argomento è stato già trattato in un bellissimo articolo.
Per questo occorre dotarsi di uno strumento che non possa essere sottratto con metodi violenti, né da Stati, né da corporazioni di sorta.
Bitcoin è questo strumento. Bitcoin non sta da nessuna parte ed è dappertutto: come uno spirito del nostro tempo – fatto di algoritmi e matematica – esso è rintracciabile in ogni nodo che ne compone la rete.
Come acqua tra le mani, tentare di afferrare Bitcoin e bloccarlo significa soltanto vederselo sfuggire tra le dita verso altri nodi, altri lidi… più liberi e felici.
La scelta di essere liberi
Bitcoin è però uno strumento particolare, poiché richiede da parte nostra una costante attenzione, una cura potremmo dire, che non è invece richiesta nei nostri rapporti con la banca.
Laddove lo strumento della banca come depositario di denaro si è sviluppato proprio permettendoci di delegare ad essa questioni complesse, oggi questo non è più possibile.
L’esito di questo processo di delega infatti è stato proprio il ritrovarci ad essere espropriati di ciò che più di ogni altra cosa costituisce il fondamento della libertà nell’epoca moderna: il possesso diretto del proprio denaro e la sovranità sulla propria moneta.
Bitcoin è uno strumento che per essere padroneggiato richiede cura.
Talvolta si dice: “è complesso usare Bitcoin”. Questo è vero, ma solo parzialmente.
Bitcoin non è necessariamente un affare per soli cervelloni. Tuttavia è vero che esso richiede attenzione da parte nostra, nonché la disponibilità ad imparare una materia nuova, affascinante e comunque fondamentale per la nostra maturità individuale.
Bitcoin è responsabilità: questa è la parola chiave.
Essere liberi, detenere una moneta sovrana, poterci guadagnare sono tutti aspetti bellissimi di una vicenda che di base, però, richiede sempre la nostra scelta di essere liberi.Poiché essere liberi è una scelta, che si conferma giorno dopo giorno con l’impegno che mettiamo per sostenerla.
Riconquistare i propri doveri
Nell’epoca in cui viviamo questa scelta è improrogabile. Questo intendiamo con l’espressione RICONQUISTARE I PROPRI DOVERI: riconquistarsi il diritto ad occuparsi della propria economia, nel senso originale del termine “ciò che riguarda casa nostra”.
Lo sforzo di imparare a leggere un grafico finanziario sarà compensato infinitamente dall’orgoglio di poter comprendere da se stessi l’andamento delle proprie finanze, con tutta la libertà decisionale che questo comporta.
L’attenzione che mettiamo nel custodire adeguatamente le nostre private keys e i nostri wallets sarà altrettanto compensata dalla consapevolezza che nessun altro al di fuori di noi ha accesso al nostro tesoro.
Non è già soltanto questo un compenso sufficiente per iniziare a preoccuparci con maggiore cura di ciò che è nostro?
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