Io, in fondo, vi capisco.
Giuro, capisco benissimo coloro che non sono ancora entrati dentro Bitcoin.
Anche per me, all’inizio, è stato difficile vincere “l’inerzia statica” necessaria per tuffarmi in questo mondo.
Ero fortemente intimidito dalla complessità informatica della user experience necessaria per gestire correttamente i miei fondi; poi ho acquisito le giuste best practices e ora dormo sonni tranquilli.
È stato necessario un po’ di studio, non lo nego, ma ne è valsa abbondantemente la pena.
Sono stato sedotto da altre criptovalute; poi ho letto le 21 Lezioni di Gigi (libro che ho anche tradotto in italiano) che parla di “immacolata concezione” di Bitcoin, e l’articolo di Parker Lewis “Bitcoin is the great definancialization”.
Il primo mi ha garantito l’incensurabilità del protocollo Bitcoin (o la censurabilità di tutte le altre cripto?) semplicemente perché non c’è dietro una persona o un’azienda, e in quanto “umane”, fallibili, corruttibili e censurabili (o meglio, sì! C’è una persona, il geniale Satoshi Nakamoto, ma nessuno sa chi è! men che meno c’è una azienda o una associazione).
La seconda fonte, invece, mi ha fatto riflettere sul fatto che necessitiamo di una forma migliore di denaro piuttosto che far “crescere” il denaro con gli investimenti.
In luce di tutte queste informazioni, mi sono concentrato su Bitcoin e ho lasciato da parte le altre criptovalute.
Ma la pura verità è che facevo fatica a concepire un’alternativa alla finanza tradizionale, cioè il risparmio di denaro inflazionabile (e inflazionato) e il suo investimento nei mercati finanziari.
Voglio dire, non è questo IL modo?
Non per forza, ora che spontaneamente, da Internet, è nato questo animale che si chiama Bitcoin.
Ora, questo non significa che non investo sui mercati finanziari tradizionali, per ora non sono riuscito a fare quel passo per cui abbraccio personalmente un Bitcoin standard puro e forse non lo farò mai.
Concepisco razionalmente la possibilità di un worst case scenario su bitcoin dunque preferisco diversificare.
Considerato quindi quanto finora scritto, il mio invito è dunque quello di diversificare le proprie allocazioni di portafoglio ed abbracciare Bitcoin.
Diversificare davvero il proprio portafoglio, non solo metterci della “polvere”, quell’1%-3%, ma arrivare anche a un 15%-20%, ovviamente in base al proprio patrimonio e al proprio profilo di rischio.
Che poi, diversificare, è proprio una cosa psicologicamente difficile.
Perché il cervello umano non è cablato in modo da concepire il dubbio. È anzi proprio il contrario! I bias di conferma non ci permettono di essere iperrealisti.
Come si è capito, frequento entrambi i mondi.
Ecco, vedo da una parte persone che non sanno cos’è Bitcoin e mettono i soldi in Posta.
Nell’altro lato dello spettro ci sono i massimalisti di bitcoin che sono innamorati di Bitcoin e del protocollo, cosa giustissima e condivisibile, tra cui anche lo scrittore, ma nel loro eremo intellettuale non sanno, ahimè, quali sono le vere esigenze della grande massa.
Un parallelismo a me caro, in quanto appassionato di auto è il seguente: sono convinto che noi massimalisti tendiamo a studiare l’ingegneria dell’automobile invece di prendere la patente.
Non frantendetemi, ci vogliono gli ingegneri dell’auto, eccome! È grazie a loro che le abbiamo, sempre più efficienti e prestazionali.
Come esattamente abbiamo bisogno degli informatici e sviluppatori che migliorano il protocollo stesso grazie alle proposte del mercato (le Bitcoin Improvement Proposal).
Ma il punto qua è che tutti abbiano una patente (ecco il perché della mia citazione alle best practices ad inizio articolo), aka sappiano come usare utilitaristicamente i nostri fondi bitcoin in modo privato e sicuro.
E come un buon pilota, piuttosto che studiare ingegneria, non sarebbe male sapere come guidare ragionevolmente bene e fare semplice manutenzione sul proprio mezzo.
Ecco, quindi, il perché della simpatica citazione del titolo, il leggendario libro di Robert Maynard Pirsig.
Tutti abbiamo una patente con Bitcoin.
Come un buon pilota, occorre saper guidare correttamente e saper fare manutenzione al proprio mezzo.
Dunque, è questo il fine ultimo di questo articolo: suscitare nel lettore empatia.
Ed anche per questo che seguiranno, nei prossimi mesi, articoli sulle Bitcoin best practices.
A me non resta che augurarvi un buon viaggio.
Stay Tuned!
Disclaimer
Le informazioni dell’articolo non costituiscono sollecitazione al pubblico risparmio e non sono volte a promuovere alcuna forma di investimento o commercio, né a promuovere o collocare strumenti finanziari o servizi di investimento o prodotti/servizi bancari/finanziari.
“Qui siamo tutti matti: io sono matto, tu sei matta!”.
“Come lo sai che sono matta?” disse Alice.
“Altrimenti non saresti venuta qui!” disse il gatto.
Lewis Carroll – Alice nel paese delle meraviglie
Pubblichiamo oggi il primo articolo della serie IO SONO BITCOIN, a cura di Mateusz Riva.
Tralasciamo per il momento gli aspetti tecnici ed economici e facciamo un’analisi ad un livello più alto delle caratteristiche e delle implicazioni che derivano dalla scoperta di Bitcoin.
Anche dopo aver passato il migliaio di ore di studio non ho ancora trovato il fondo della tana del Bianconiglio, in quanto esaminando Bitcoin da differenti angolazioni mi rendo conto che presenta un’infinità di sfaccettature, una concatenata all’altra. Valutarne una sola alla volta non consente di comprenderlo a pieno.
Indipendentemente dal livello attuale di approfondimento, posso affermare che Bitcoin ha la tendenza di prendere le tue convinzioni e rimetterle nuovamente in discussione ogni volta che lo esamini da un’angolazione differente. Capirlo vuol dire studiarlo dal punto di vista delle teorie economiche, della teoria dei giochi, della probabilità ed incentivi, avere un buon grado di comprensione di temi energetici, crittografia, filosofia, ma anche temi legati al diritto, alla fiscalità, alla politica, solo per citarne alcuni.
Quelle che seguono quindi sono solamente riflessioni che riflettono il mio attuale grado di comprensione di questa tecnologia e che non vogliono essere né definitive, né esaustive.
In questo primo articolo, vorrei accompagnarvi in una breve analisi filosofica, mettendo in luce alcuni aspetti che mi portano a considerare Bitcoin un essere vivente del mondo digitale che mantiene però una diretta ed indissolubile connessione con il mondo reale.
Quando viene introdotta una nuova tecnologia sufficientemente avanzata, per chi non ne ha studiato i principi questa sarà indistinguibile dalla “magia” in quanto quest’ultima potrebbe sembrare la spiegazione più logica.
Vi mostrerò alcuni aspetti magici di Bitcoin che vi incuriosiranno talmente tanto da costringervi ad entrare nel “mondo dei matti” e scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio!
UN PONTE TRA FISICO E DIGITALE
Uno degli aspetti che più mi affascina di Bitcoin è che può essere cose differenti per persone differenti, pur restando sempre fedele a sé stesso. Che tu lo veda come un oggetto da collezione, una riserva di valore, un asset, un mezzo di scambio, una valuta, un essere vivente del mondo digitale, una minaccia o altro, la tua opinione su di lui è irrilevante in quanto lui semplicemente esiste, e non puoi fare nulla per farlo “sparire”.
Ci sono solamente due scelte possibili per interagire: adottarlo o non adottarlo.
Credo sia corretto paragonare Bitcoin al Fuoco, all’elettricità, o ad una marea. Semplicemente esiste e dobbiamo prenderne atto. Ciascuno di noi poi è libero di interagirvi come più ritiene opportuno, ma la nostra opinione su di esso non lo cambierà.
Se lo studi con un po’ di attenzione, e ti spingi appena sotto la superficie, noterai che è Bitcoin, in virtù della sua immutabilità, a cambiarti. Cambierà il modo con cui vedi il mondo, inizierai a pensare ancora più a lungo termine, inizierai ad interessarti di privacy e autodeterminazione, capirai il gioco delle valute fiat e probabilmente darai meno peso agli infiniti dibattiti politici.
L’umanità adotta e porta con sé nel suo processo evolutivo le scoperte e le tecnologie che ne hanno migliorato le condizioni di vita: dalla scoperta del fuoco, alle prime tecnologie per la lavorazione dei metalli, fino ad arrivare alla scoperta dell’elettricità e di tutte le tecnologie che ne sono derivate, fino all’utilizzo di internet e alla nascita del mondo digitale.
Credo che Bitcoin sia qui per rimanere in un rapporto simbiotico e indissolubile con l’umanità, facendo da ponte tra il mondo reale ed il mondo digitale.
Infatti, se fino alla scoperta di Bitcoin il mondo digitale era completamente slegato dal mondo reale in cui viviamo, dove non esistono conseguenze per attori malevoli (es mail di spam e bot spam nei social network che possono propagare a costo zero) e dove non esiste l’unicità in quanto tutto può essere copiato senza costo un numero infinito di volte, ora abbiamo trasferito alcune proprietà del mondo reale nel mondo digitale.
Approfondiremo meglio questo aspetto nel seguito.
Siamo solo agli inizi…
AD MAIORA
P.S. Not financial advice
Leggi il post della serie IO SONO BITCOIN #2: I Bitcoin non esistono
Leggi il post della serie IO SONO BITCOIN #3: Un organismo vivente
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