Sembrerebbe che finire sulla copertina di Forbes non porti molta fortuna. Almeno questo è quanto accaduto alle quattro persone raffigurate nella foto qui sopra. Negli ultimi anni, questi quattro personaggi si sono resi protagonisti di diversi scandali finanziari. Stiamo parlando di Elizabeth Holmes, fondatrice di Theranos, Sam Bankman-Fried (SBF), fondatore dell’exchange fallito FTX, Changpeng Zhao (CZ), ex Ceo di Binance e Adam Neumann, ex Ceo di WeWork.
Alcuni di loro sono stati accusati di frode, inganno e manipolazione e hanno dovuto affrontare le conseguenze legali delle proprie azioni.
Elizabeth Holmes e la storia di Theranos
Elizabeth Holmes, fondatrice di Theranos nel 2003, era stata soprannominata la “prossima Steve Jobs” per la sua visione di voler rivoluzionare l’industria sanitaria attraverso un dispositivo capace di diagnosticare malattie con un prelievo di poche gocce di sangue.
Nel 2014, la società venne valutata 9 miliardi di dollari, attirando investimenti da miliardari come Rupert Murdoch e Larry Ellison.
Tuttavia, nel 2015, un’inchiesta del Wall Street Journal rivelò che la tecnologia di Theranos non funzionava e che la società stava utilizzando segretamente macchine tradizionali per eseguire i test.
Holmes fu accusata di aver mentito agli investitori, ai medici e ai pazienti sulle capacità e l’accuratezza del suo prodotto, mettendo a rischio la salute delle persone.
Nel gennaio 2022, dopo un processo di tre mesi, Holmes è stata condannata a 11 anni di prigione.
Adam Neumann: l’ascesa e il crollo di We Work
We Work, società di co-working fondata nel 2010 da Adam Neumann e il suo socio Miguel McKelvey, nacque dall’idea di creare spazi di lavoro condivisi, flessibili e accoglienti, per favorire la collaborazione e la creatività delle persone. Il concetto conquistò subito gli investitori, soprattutto il gigante giapponese Softbank, che finanziò la crescita esponenziale della società portandola a una valutazione di circa 47 miliardi di dollari nel 2019, nonostante le continue perdite dell’azienda.
Neumann, detentore della maggioranza delle azioni, veniva considerato un visionario desideroso di cambiare il mondo. Tuttavia, il suo comportamento fu spesso discutibile: si racconta che fumasse marijuana in ufficio, consumasse alcolici con i dipendenti e avesse una relazione extraconiugale con una delle sue assistenti.
Le cose iniziarono a precipitare quando We Work decise di quotarsi in borsa nel 2019. Investitori e regolatori scoprirono diversi conflitti di interesse di Neumann, tra cui l’affitto di immobili di sua proprietà a WeWork, il prestito di milioni di dollari dalla società, la vendita di azioni prima dell’IPO e la registrazione del marchio “We” a suo nome per poi venderlo a WeWork per 5,9 milioni di dollari.
La fiducia in We Work e in Neumann crollò, e il progetto di IPO venne ritirato. Softbank, per salvare il suo investimento, assunse il controllo della società, offrendo a Neumann una buonuscita di quasi 1,7 miliardi di dollari, che incluse l’acquisto delle sue azioni, un prestito personale e una consulenza. Questa mossa suscitò l’indignazione di molti azionisti minoritari che citarono in giudizio Neumann e Softbank, accusandoli di aver agito a danno della società.
Adam Neumann fu accusato di aver abusato del suo potere, di aver condotto uno stile di vita sfrenato e di aver ricevuto un’ingente buonuscita di quasi 1,7 miliardi di dollari.
SBF e CZ: i re delle cripto
Tra il 2019 e il 2022 l’exchange FTX salì alla ribalta come una delle piattaforme leader per il trading di criptovalute, derivati, futures e opzioni. Il suo fondatore, Sam Bankman-Fried, veniva considerato da molti un visionario del settore.
Tuttavia, nel novembre del 2022, l’exchange fallì, causando grosse perdite ai propri clienti e ai propri investitori. SBF fu processato e condannato per frode e cospirazione. Il tribunale federale di Manhattan stabilì che Bankman-Fried truffò i clienti e gli investitori, offrendo prodotti non registrati negli Stati Uniti e violando le leggi anti-riciclaggio e le sanzioni USA.
Storia diversa ma con conseguenze simili, quella capitata al fondatore di Binance Changpeng Zhao. CZ ha dovuto affrontare una serie di cause per le violazioni commesse dalla sua piattaforma.
Per porre fine alle vicende legali, CZ ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia statunitense: ha ammesso di aver violato le norme anti-riciclaggio e le sanzioni USA, consentendo transazioni a gruppi terroristici sulla sua piattaforma.
Binance è stata costretta a pagare una multa di 4,3 miliardi di dollari, mentre a Zhao è toccata una multa personale di 50 milioni di dollari e l’allontanamento dal ruolo di Ceo.
Bitcoin: l’alternativa trustless
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