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NON ESISTONO PASTI GRATIS

Valerio Dalla Costa
24 Giugno 2023

 

 

Bitcoin non serve per diventare ricchi. Non è uno strumento per fare soldi. Chi si avvicina con questo intento, magari con la sola idea di accrescere i propri risparmi senza spendere tempo e risorse nel capire questa tecnologia, è completamente fuori strada. Proviamo a seguire alcuni ragionamenti logici e vediamo di dimostrare come anche Bitcoin prevede dei costi molto alti. Costi che, ad oggi, ancora in pochi si mostrano disposti a sostenere.

 

Partiamo da un assunto di base: non esistono pasti gratis nella vita. Siete d’accordo? Non è possibile aumentare il proprio capitale non facendo nulla. Nessuno ti regala niente.

Per avere successo in tutti i settori – o in generale incrementare il proprio benessere – non ci sono scorciatoie: occorre darsi da fare, dedicando tempo e risorse proprie in qualche attività profittevole. Ragionevole, giusto?

Bene, consideriamo alcuni esempi concreti a partire da questo assunto fondamentale.

 

SERVIZI GRATUITI?

 

Si dice talvolta che quando un servizio che viene offerto agli utenti è gratuito, allora il prodotto è l’utente stesso. Tendenzialmente è così, ma non ha carattere generale. Sarebbe meglio riformulare la frase nel modo seguente: «quando ti viene offerto un servizio gratuito in termini economici, significa che stai cedendo in cambio qualcosa di tuo».

Pensiamo ad esempio ai social network come Facebook, Instagram, Twitter o TikTok. L’iscrizione è gratuita e tendenzialmente non ci sono pagamenti da effettuare per un utente generico. Dove è il costo quindi? Naturalmente, nella cessione dei propri dati personali. Addirittura, sono gli utenti stessi che caricano, di propria iniziativa, le proprie informazioni sui server centralizzati di queste multinazionali senza scrupoli. I dati sensibili degli utenti, soprattutto se aggregati in database molto grandi, hanno un valore altissimo e sono contesi strenuamente da governi e grandi corporation.

Ciò non significa affatto che sia sbagliato a priori fare uso dei social network centralizzati. Significa che è di fondamentale importanza essere consapevoli di rischi ed opportunità di questo (come di qualsiasi altro) strumento tecnologico. Interagire sui social network significa inevitabilmente scendere a dei compromessi.

Come avremo capito, il costo in questo caso non è in forma monetaria, ma pagata prevalentemente con la cessione di nostri dati sensibili. Del resto, non esistono pasti gratis.

 

ESEMPI DI PASTI

 

Per aumentare il proprio capitale nel tempo, altre strade che spesso vengono fraintese sono legate, a titolo di esempio, agli investimenti finanziari, oppure al cosiddetto staking con le cryptovalute oppure all’attività di trading.

 

  • INVESTIMENTI FRUTTIFERI

Nel primo caso, il costo è abbastanza evidente: stiamo affidando parte del nostro capitale ad un consulente finanziario, verso il quale riponiamo fiducia. Si tratta di professionisti a cui deleghiamo lo studio delle opportunità di investimento. Oltre al costo della parcella per riconoscere il lavoro che svolgono, è inoltre presente anche un costo legato al rischio di controparte: chi ci assicura che il consulente faccia effettivamente il nostro interesse? Vi sono pertanto almeno due ordini di costi quando ci affidiamo a promotori di investimento. Del resto, non esistono pasti gratis.

 

  • RENDITE GARANTITE

Per quanto riguarda lo staking, oggi molto in voga tra i crypto-investors, si pensa ingenuamente come sia sufficiente accantonare presso degli exchange dei fondi (ad esempio bitcoin) per avere la “garanzia” di un ritorno economico nel tempo. La tanto agognata rendita garantita.

Se iniziamo ad afferrare il punto, qui dovrebbe suonare un fortissimo campanello d’allarme. Cosa significherebbe rendita garantita? Mediante la sola allocazione del tuo capitale su un servizio di terza parte (secondo un principio per certi versi simile alla proof-of-stake), senza pertanto svolgere alcuna fatica, sarebbe davvero possibile essere certi di un ritorno di investimento?

Naturalmente no. Quel che accade in questi casi è che i bitcoin messi in staking sono affidati ad altri, verso cui riponiamo fiducia, e che questi in realtà azzardano investimenti a nostro rischio e pericolo, oltre che a nostra insaputa. Per far fruttare in generale del capitale occorre investire tempo e risorse proprie nel ricercare e individuare, ad esempio, la giusta allocazione tra le innumerevoli possibilità di investimento. Del resto, non esistono pasti gratis.

 

  • TRADING PROFITTEVOLE

Sul trading? Vi è spesso enorme confusione. Con l’avvento del fantomatico “settore crypto”, poi, tale confusione è andata addirittura aumentando. Cercando di essere sintetici: non è possibile fare soldi strategicamente facendo attività di trading per gioco o nei ritagli di tempo della giornata.

Si sta diffondendo la convinzione che una persona comune, iscrivendosi ad una piattaforma di trading, seguendo qualche chat di esperti del settore e dando saltuariamente un’occhiata ai grafici dei prezzi delle varie shitcoin, possa far fruttare facilmente i propri crypto-investimenti. Niente di più errato.

Chi trae profitti dalle attività speculative è solamente chi fa del trading una professione. Sono necessarie enormi competenze, peraltro in continua evoluzione, ed è richiesto un incessante e profondo studio dei mercati, della finanza, delle dinamiche sociali, dell’attualità, dell’analisi tecnica dei grafici e di tanti altri ambiti.

Come fa quindi un trader professionista ad ottenere dei guadagni dalla sua attività? Solita domanda, solita risposta: investendo ingenti quantità di tempo (e fatica) nello studiare e nel comprendere dinamiche estremamente complesse come quelli finanziarie, diventando così un esperto.

Il costo, anche in questo caso, è altissimo. Pochi riescono a raggiungere i livelli di competenza necessari per rendere l’attività di trading profittevole. Del resto, non esistono pasti gratis.

 

IL COSTO DI BITCOIN

 

Dove sarebbe quindi il costo di Bitcoin? Da una parte sappiamo che è tendenzialmente gratuito, essendo open-source e permissionless, mentre dall’altra che, se usato correttamente, non ha nemmeno costi legati alla cessione di dati personali e sensibili. Anzi: sappiamo che la tutela del diritto alla privacy è proprio uno dei focus principali del progetto Bitcoin.

Perché quindi i Bitcoiner affermano come sia ragionevole acquistare satoshi e accantonarli (hodling), consapevoli che tanto questi si apprezzeranno di molto nel tempo? Apparentemente, potrebbe sembrare una violazione del nostro assunto di base.

In realtà no. L’ipotesi di partenza è sempre valida. Il punto è che con Bitcoin non si parla di un investimento in termini monetari, quanto piuttosto di un investimento di tempo per comprendere questa tecnologia.

 

Bitcoin non va incontro alle persone. Sono le persone che, di loro iniziativa, devono attivarsi per abbracciare spontaneamente la rivoluzione Bitcoin.

 

Bitcoin non ha sedi, non ha amministratori, non ha dipendenti, non ha legali, nè uffici marketing che ne pubblicizzano i vantaggi o le sue funzionalità. L’unico modo per avere il pieno controllo dei propri satoshi è investire parte del proprio tempo per acquisire autonomamente le conoscenze e le competenze per utilizzare al meglio un wallet, per individuare le modalità migliori di acquisto di bitcoin, per imparare le buone tecniche di sicurezza informatica e di privacy, e così via.

Ma soprattutto occorre studiare per convincersi di persona delle immense potenzialità e degli incredibili quanto inaspettati territori di libertà che l’oro digitale ha spalancato. Se infatti oggi non possiedi ancora satoshi è, con tutta probabilità, semplicemente perché non hai ancora deciso di dedicare tempo (e fatica) per informarti seriamente su Bitcoin.

Riformulando più in generale questa affermazione:

Se un utente oggi non sta accumulando satoshi è perché non ha ancora investito tempo e studio per capire le motivazioni per il quale dovrebbe farlo.

 

Nel caso decidessi invece di affidare i miei soldi ad un esperto, affinché questi possa comprare e gestire satoshi al mio posto? Così che si possa evitare di dover studiare in prima persona Bitcoin? Soliti dubbi, soliti discorsi: così facendo, non si starebbe facendo altro che delegare il lavoro a qualcun altro, verso il quale si ripone fiducia, e che di fatto diventerebbe il proprietario effettivo dei tuoi bitcoin.

Gli alti costi in questo frangente riguardano, tra tutti, il rischio di controparte, la cessione di dati sensibili a questo esperto e addirittura la cessione della proprietà dei tuoi satoshi ad un ente terzo.

Capire Bitcoin in anticipo rispetto alla massa richiede oggi dei costi piuttosto alti. Per chi non si mostra disposto a investire tempo per compiere questo lavoro di studio individuale (tecnicamente si parla di proof-of-work), non ci sono generalmente possibilità plausibili di accrescere il proprio benessere.

Quando Bitcoin verrà poi pubblicizzato con insistenza dalle TV o dai giornali mainstream, sappiate che avrete ormai perso tutti i vantaggi (anche inevitabilmente economici) nell’aver studiato questa rivoluzione per conto vostro e in anticipo rispetto alla massa. Il lavoro, a quel punto, sarà stato infatti compiuto, per voi, dai media generalisti.

Non ci sono scorciatoie. Tutto diviene molto chiaro, facendo ricorso ad alcuni solidi assunti di base.

Lo avevamo per caso già ricordato, che nella vita non esistono pasti gratis?

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Valerio Dalla Costa

Founder di Villaggio Bitcoin

Autore libro Villaggio Bitcoin e di 21 Pensieri

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