Il prezzo della valuta bitcoin resta oggi l’unico faro che sembra attirare l’interesse generale di media, pubblico generalista e presunti esperti del settore. Analizziamo come, in realtà, questo aspetto non è affatto il focus del progetto Bitcoin. Il focus riguarda semmai una filosofia radicalmente opposta e che offre scenari e opportunità inediti ed autentici.
BIVIO INIZIALE
L’approccio nei confronti del fenomeno Bitcoin può dividersi a buon titolo in almeno due grandi filoni: quello di natura politica e quello di natura speculativa.
Va fatta una doverosa premessa: questa distinzione vale soltanto per i Paesi ricchi del pianeta, come ad esempio Europa o Stati Uniti d’America. Non è affatto così per altri contesti, come ad esempio in località dilaniate da povertà dilagante, da regimi espressamente dittatoriali e coercitivi oppure dove la valuta fiat nazionale si trova nella fase drammatica dell’iperinflazione.
Detto questo, partiamo dal secondo approccio, quello speculativo, oggi adottato dalla maggior parte degli attori economici.
SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE
L’approccio speculativo prevede di considerare Bitcoin come un’opportunità di guadagno nel breve periodo. Il faro, in questo caso, è il prezzo, che attira l’attenzione generale come api al miele. Poco importa l’affidabilità del progetto, l’innovazione o la serietà del lavoro che sottende al token. Tutto ruota intorno al prezzo. Come se il trading e la speculazione intorno a questo mondo nascente fosse il focus del progetto.
Questo approccio, tipico del sistema fiat tradizionale, vede l’innovazione come un modo per aumentare i propri profitti in euro. Acquistando bitcoin (o altre shitcoin), l’idea è quella di sperare in un rigonfiamento del suo valore di mercato nel breve periodo per poi, inesorabilmente, fare cash-out alla prima occasione per tornare mestamente a detenere qualche euro in più di prima.
Come naturale conseguenza, quali sono i temi di discussione e di preoccupazione di tutti questi soggetti? Chiaramente, solo per citarne alcuni: il frenetico e ansioso monitoraggio del prezzo; la ricerca sfrenata di un exchange in grado di offrire basse commissioni di servizio; il curioso interesse verso innumerevoli ed improbabili shitcoin spacciate come affidabili e promettenti; l’attenzione maniacale a qualsiasi decreto o norma fiscale sulle “crypto-attività”; le dichiarazioni di politici influenti o di presidenti di fantomatici organismi di regolamentazione e controllo. E così via.
In tutto ciò, Bitcoin diviene in verità soltanto uno specchietto per le allodole per una finta rivoluzione, facendo sì, in estrema sintesi, che tutto cambia affinché nulla cambi.
Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.
Tancredi Falconeri ne Il Gattopardo
AMETSIS LI ERAICSEVOR
Ma Bitcoin non è nulla di tutto questo. Chi sposa il primo approccio ha ben chiara la mission dichiarata di questo esperimento: uno strumento politico, volto a difendere le libertà e la privacy degli individui, rovesciando l’attuale sistema.
Nel white paper di Satoshi Nakamoto non compaiono mai, ma proprio mai, allusioni alle attività speculative o a speranze di futuri guadagni associati al token appena lanciato in produzione. Nei dibattiti in rete, nelle discussioni, nei vari forum e nei vari scambi di mail tra gli addetti ai lavori e gli appassionati sono pressoché assenti le allusioni al prezzo di bitcoin o a speranze che qualche grossa banca o exchange decida di listare questo nuovo asset finanziario per venderlo sui mercati.
Per questi soggetti – al momento ancora una minoranza – il prezzo non è che un parametro statistico dell’infrastruttura, alla stregua, per esempio, del parametro dell’hash rate (la potenza di calcolo mondiale dirottata nel mining): se quest’ultimo può fornire indicazioni sul grado di solidità e sicurezza dell’intero ecosistema, il prezzo offre invece semplicemente indicazioni su come il mercato stia percependo questo fenomeno, cercando di “scoprire” il suo prezzo in modo molto caotico e confusionario.
Chi mantiene questo approccio non mostra pertanto alcun interesse verso le surreali iniziative dei regolatori o dei governi di turno che tentano disperatamente di regolamentare Bitcoin per prenderne il controllo. Il focus di chi ha capito Bitcoin è semmai proprio inteso all’opposto: rendere irrilevanti ed obsoleti i regolatori e i governi.
Il focus di Bitcoin è quello di rovesciare il sistema, rendendo gli Stati obsoleti e irrilevanti.
Per chi contribuisce allo sviluppo e alla divulgazione di Bitcoin i temi di discussione sono completamente diversi da prima: tra questi, ad esempio, vi sono il miglioramento continuo della privacy durante l’utilizzo, la ricerca di soluzioni per acquistare bitcoin senza burocrazia, il perfezionamento delle tecniche come il CoinJoin o il confronto su proposte come CISA (Cross Input Signature Aggregation), l’efficientamento del Lightning Network, il miglioramento della scalabilità dell’infrastruttura, la promozione di una solida adozione dal basso della tecnologia, l’assistenza, l’educazione e la formazione per privati e imprese su come tornare a risparmiare grazie ad una moneta sana e onesta, e così via.
In altre parole, Bitcoin NON viene visto affatto come un investimento. Bitcoin è visto come lo strumento principale per abbandonare definitivamente un sistema politico e sociale corrotto, schizofrenico, autoritario e sempre più aggressivo verso le libertà fondamentali degli individui.
P.S. Se vi state chiedendo cosa significhi il titolo di questo paragrafo, è perchè state ancora ragionando secondo le logiche tradizionali…
CHOOSE YOUR DESTINY
Quel che è certo è che oggi ci troviamo davanti ad una scelta precisa: approcciare questa rivoluzione dal punto di vista speculativo, restando nelle logiche dell’attuale sistema, oppure dal punto vista politico, rovesciando gli schemi.
Se prima del 2009 vi era solo un’unica opzione, oggi l’alternativa esiste. Bitcoin è una possibilità concreta, efficace, gratuita e senza requisiti di accesso. Supportata da una community sempre più numerosa e agguerrita, a disposizione per condividere le proprie conoscenze o offrire la propria assistenza a chiunque voglia prendere parte a questa rivoluzione.
Ora non ci sono più scuse. Siamo davanti a un bivio, con due direzioni diametralmente opposte. Ognuno può e deve scegliere come affrontare uno dei cambiamenti più radicali e repentini di sempre.
È proprio questo, in definitiva, l’ennesimo, grande ed insperato regalo che ci ha fatto Bitcoin: possiamo finalmente essere artefici del nostro destino.
“Qui siamo tutti matti: io sono matto, tu sei matta!”.
“Come lo sai che sono matta?” disse Alice.
“Altrimenti non saresti venuta qui!” disse il gatto.
Lewis Carroll – Alice nel paese delle meraviglie
Pubblichiamo oggi il primo articolo della serie IO SONO BITCOIN, a cura di Mateusz Riva.
Tralasciamo per il momento gli aspetti tecnici ed economici e facciamo un’analisi ad un livello più alto delle caratteristiche e delle implicazioni che derivano dalla scoperta di Bitcoin.
Anche dopo aver passato il migliaio di ore di studio non ho ancora trovato il fondo della tana del Bianconiglio, in quanto esaminando Bitcoin da differenti angolazioni mi rendo conto che presenta un’infinità di sfaccettature, una concatenata all’altra. Valutarne una sola alla volta non consente di comprenderlo a pieno.
Indipendentemente dal livello attuale di approfondimento, posso affermare che Bitcoin ha la tendenza di prendere le tue convinzioni e rimetterle nuovamente in discussione ogni volta che lo esamini da un’angolazione differente. Capirlo vuol dire studiarlo dal punto di vista delle teorie economiche, della teoria dei giochi, della probabilità ed incentivi, avere un buon grado di comprensione di temi energetici, crittografia, filosofia, ma anche temi legati al diritto, alla fiscalità, alla politica, solo per citarne alcuni.
Quelle che seguono quindi sono solamente riflessioni che riflettono il mio attuale grado di comprensione di questa tecnologia e che non vogliono essere né definitive, né esaustive.
In questo primo articolo, vorrei accompagnarvi in una breve analisi filosofica, mettendo in luce alcuni aspetti che mi portano a considerare Bitcoin un essere vivente del mondo digitale che mantiene però una diretta ed indissolubile connessione con il mondo reale.
Quando viene introdotta una nuova tecnologia sufficientemente avanzata, per chi non ne ha studiato i principi questa sarà indistinguibile dalla “magia” in quanto quest’ultima potrebbe sembrare la spiegazione più logica.
Vi mostrerò alcuni aspetti magici di Bitcoin che vi incuriosiranno talmente tanto da costringervi ad entrare nel “mondo dei matti” e scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio!
UN PONTE TRA FISICO E DIGITALE
Uno degli aspetti che più mi affascina di Bitcoin è che può essere cose differenti per persone differenti, pur restando sempre fedele a sé stesso. Che tu lo veda come un oggetto da collezione, una riserva di valore, un asset, un mezzo di scambio, una valuta, un essere vivente del mondo digitale, una minaccia o altro, la tua opinione su di lui è irrilevante in quanto lui semplicemente esiste, e non puoi fare nulla per farlo “sparire”.
Ci sono solamente due scelte possibili per interagire: adottarlo o non adottarlo.
Credo sia corretto paragonare Bitcoin al Fuoco, all’elettricità, o ad una marea. Semplicemente esiste e dobbiamo prenderne atto. Ciascuno di noi poi è libero di interagirvi come più ritiene opportuno, ma la nostra opinione su di esso non lo cambierà.
Se lo studi con un po’ di attenzione, e ti spingi appena sotto la superficie, noterai che è Bitcoin, in virtù della sua immutabilità, a cambiarti. Cambierà il modo con cui vedi il mondo, inizierai a pensare ancora più a lungo termine, inizierai ad interessarti di privacy e autodeterminazione, capirai il gioco delle valute fiat e probabilmente darai meno peso agli infiniti dibattiti politici.
L’umanità adotta e porta con sé nel suo processo evolutivo le scoperte e le tecnologie che ne hanno migliorato le condizioni di vita: dalla scoperta del fuoco, alle prime tecnologie per la lavorazione dei metalli, fino ad arrivare alla scoperta dell’elettricità e di tutte le tecnologie che ne sono derivate, fino all’utilizzo di internet e alla nascita del mondo digitale.
Credo che Bitcoin sia qui per rimanere in un rapporto simbiotico e indissolubile con l’umanità, facendo da ponte tra il mondo reale ed il mondo digitale.
Infatti, se fino alla scoperta di Bitcoin il mondo digitale era completamente slegato dal mondo reale in cui viviamo, dove non esistono conseguenze per attori malevoli (es mail di spam e bot spam nei social network che possono propagare a costo zero) e dove non esiste l’unicità in quanto tutto può essere copiato senza costo un numero infinito di volte, ora abbiamo trasferito alcune proprietà del mondo reale nel mondo digitale.
Approfondiremo meglio questo aspetto nel seguito.
Siamo solo agli inizi…
AD MAIORA
P.S. Not financial advice
Leggi il post della serie IO SONO BITCOIN #2: I Bitcoin non esistono
Leggi il post della serie IO SONO BITCOIN #3: Un organismo vivente
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