Può sembrare strano ma Bitcoin ha delle caratteristiche che possiamo accomunare al “Denaro Contante“, delle caratteristiche che lo possono classificare come “Denaro Digitale“, ed altre ancora che lo possono veder bene con l’appellativo di “Oro Digitale“.
Questo articolo non ha valenza legale o tantomeno finanziaria, vuole solamente descrivere Bitcoin ed alcune sue caratteristiche tecnologiche.
Grazie all’utilizzo della crittografia e della rete Bitcoin, le monete (i “bitcoin”) possono essere trasferite dalle “mani” del mittente a quelle del destinatario, proprio come una banconota.
Mi spiego meglio: per fare un acquisto in un negozio, i bitcoin possono essere trasferiti dal portafoglio digitale del cliente direttamente ad un portafoglio del commerciante, senza l’ausilio di banche o circuiti transazionali esterni.
Una volta dentro il nostro wallet non custodial, i bitcoin non possono essere spostati se non con una nostra azione, proprio come una banconota all’interno del nostro portafoglio. Non si può dire invece lo stesso per le valute governative detenute in banca.
Tornando un attimo alle transazioni digitali, con le valute tradizionali (le valute fiat) dobbiamo per forza affidarci ad altri intermediari, partendo dalle banche fino ad arrivare ai vari circuiti transazionali, come Mastercard o Visa. Con Bitcoin, invece, ci affidiamo ad una rete di computer che, grazie alla matematica ed alla crittografia, rendono le transazioni sicure ed affidabili.
Molto spesso ci si riferisce a Bitcoin chiamandolo “Oro Digitale” principalmente perché si fa riferimento alla sua scarsità, visto che prevede un tetto massimo di 21 milioni di monete, in aperta contrapposizione con le valute tradizionali che non prevedono alcun limite massimo.
A questo punto, per apprezzare ancora di più Bitcoin consiglio di ascoltare e comprendere alcuni ragionamenti sull’inflazione e sulla svalutazione delle valute governative. In questo modo potreste imbattervi nelle considerazioni dell’investitore statunitense Ray Dalio, secondo cui: “Cash is Trash”, ovvero “Il denaro contante è spazzatura”, intendendo che le valute tradizionali non sono adatte per risparmiare, poiché soggette all’inflazione.
Bitcoin è una rete autonoma slegata dal sistema finanziario tradizionale, quindi risulta necessario comprendere a grandi linee il suo funzionamento per capire se ed in che modo potrà prosperare, come tecnologia e come moneta.
Se invece confrontiamo Bitcoin direttamente con l’oro dobbiamo analizzare principalmente due aspetti separati:
• Dal lato sociale l’oro attualmente rimane ancora una soluzione considerata più che valida per conservare i propri capitali e difenderli dall’inflazione, con un vantaggio non indifferente di migliaia di anni di storia in cui è stato “La” riserva mondiale per eccellenza.
• Sul fronte tecnico invece Bitcoin mostra dei chiari segni di competitività. Si presenta decisamente più prevedibile con una fornitura limitata precisa ed un emissione controllata. Mediante un dimezzamento della quantità di monete coniate che avviene ogni 4 anni (fenomeno conosciuto come halving), si avrà che intorno all’anno 2136 saranno estratti tutti i 21 milioni di bitcoin.
Il circolante totale dell’oro è invece molto meno prevedibile e viene influenzato anche dai nuovi giacimenti che vengono scoperti tutt’oggi, oltre che dai nuovi quantitativi che si riescono ad estrarre ad ogni stagione.
Le continue scoperte di nuovi giacimenti lo rendono con il tempo un bene sempre meno scarso, senza contare il fatto che non possiamo sapere con certezza quanto oro è stato estratto fino ad ora e quanto potrà esserne estratto in futuro.
In definitiva credo che, almeno da un punto di vista tecnico, Bitcoin possa essere classificato da una parte come “Contante Digitale” (molti commercianti lo accettano come tale per la compravendita), mentre dall’altra può anche essere chiamato “Oro Digitale”, per via della sua somiglianza più ad un bene scarso che ad una moneta tradizionale.
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